charles-dickens

Charles Dickens e la sua importanza nella letteratura

3 Aprile 2020 Marco

Lo scrittore e giornalista inglese (nonché ottimo ‘reporter di viaggio britannico) Charles Dickens, è considerato uno dei più grandi e popolari romanzieri di tutti i tempi; a lui è attribuita la creazione di quel genere di romanzo denominato ‘sociale’ nel quale sapeva dare risalto alla vita dei ceti sociali più poveri, denunciando anche situazioni di soprusi e discriminazione da parte dell’aristocrazia.

Nei primi anni dell’ottocento era abbastanza diffusa una particolare corrente narrativa, il romanzo picaresco; l’autore raccontava una storia della quale quasi sempre era protagonista, ed in questa storia descriveva le proprie avventure relazionandole con le difficoltà che può incontrare un giovane appartenente ai ceti sociali bassi. Scrittori come Daniel Defoe e Henry Fielding ne sono stati ulteriori esempi. Dickens seppe fondere bene il romanzo picaresco con quello rosa quasi fiabesco fatto di intrighi ed amori che quasi sempre conducono ad un lieto fine.

Biografia di Charles Dickens

Nato nel 1812 a Portsmouth da Elizabeth Barrow e John Dickens (impiegato della marina britannica), a tre anni si trasferì con tutta la famiglia prima a Londra e più tardi nel Kent, dove inizia a studiare. All’età di 11 anni la famiglia si vede costretta ad affrontare un altro trasferimento a causa delle disagiate condizioni economiche in cui versava, e tutta la truppa si muove in un quartiere di Londra tra i più popolari e poveri, Camden Town.

Appena l’anno dopo il padre John viene arrestato per debiti, e la famiglia cade in una condizione di miseria. Il dodicenne Charles si vede costretto ad accettare lavoro in una fabbrica di lucido per scarpe, ma questo non basta; la famiglia è costretta a separarsi e, mentre i fratelli e la madre partono insieme per nuove mète, lui resta a Camden Town condividendo in un primo momento l’affitto con altri due ragazzi, e finendo successivamente in affidamento presso una famiglia del ceto medio.

Libri di Charles Dickens

All’età di 15 anni Charles Dickens inizia a studiare stenografia ed a frequentare teatri, mostrando vivo interesse e passione per le tragedie shakespeariane e le operette musicali; arriva anche l’amore per lui, e questo è tutto per Maria Beadnell, figlia di un banchiere londinese. La ragazza però non sembra ben predisposta nei suoi confronti, ed i due si lasciano dopo solo un anno.

Nell’Agosto del 1834, ormai 22enne, Dickens viene assunto dal ‘Morning Chronicle’ e l’anno successivo sforna il suo primo romanzo: ‘I quaderni postumi del circolo Pickwick’, libro con il quale inizia a raggiungere un certo livello di notorietà. Nel ‘37 finalmente, in mezzo a tanti bozzetti, nasce la prima puntata di ‘Oliver Twist’, quasi in contemporanea con la nascita del suo primogenito. ‘Nicholas Neckleby’, ‘La bottega dell’Antiquario’ e Barnaby Rudge’ completano il ciclo dei suoi primi 5 romanzi, durante la composizione dei queli Dickens fu anche negli States in compagnia della moglie Catherine Hogarth, figlia del direttore del ‘Morning Chronicle’.

Il Canto di Natale di Charles Dickens

Questo breve romanzo di carattere fantastico (conosciuto anche come ‘Il Canto di Natale o Ballata di Natale’) scritto nel 1843, è sicuramente una delle opere che lo ha reso più celebre; nel ‘Canto di Natale’ sono forti i riferimenti critici alla società, con particolare attenzione allo sfruttamento minorile ed alla povertà. E’ diviso in cinque parti, durante le quali il protagonista viene trascinato verso un radicale cambiamento da tre spiriti, il Natale del passato, del presente, e del futuro.

Del ‘Canto di Natale’ sono stati creati anche adattamenti per ragazzi pubblicati nella collana di libri ‘La scala d’oro’ edita dalla torinese Utet, ed alcuni addirittura di carattere fumettistico (qualche storia di Topolino, Lupo Alberto, ed addirittura Batman); anche per la televisione e per il cinema è stato fatto qualcosa, soltanto però a partire dal 1943.

Perchè si considera un autore tanto influente

Charles Dickens muore il 9 Giugno 1870, e con lui se ne va quello spirito di contestazione verso una società classista ed aristocratica, nella quale non solo non c’era spazio per chi apparteneva ai ceti meno abbienti, ma nella quale si assisteva costantemente a soprusi ed ingiustizie, raggiri e sfruttamenti verso quelli etichettati come più poveri e quindi deboli ed inutili; di lui sempre si ricorderà l’arte di saper ben affrontare a viso aperto questo tema sociale, e la cura estrema con cui sapeva fonderli con storie liete ed allegre.