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Charles Darwin e l’evoluzione della specie

19 Marzo 2021 Marco

Charles Robert Darwin è stato senza alcun dubbio uno dei personaggi più importanti della storia; celebre pioniere della teoria sull’evoluzione della specie, nonché naturalista, biologo, geologo, antropologo, ed esploratore britannico, Darwin fondava il suo pensiero sulla sopravvivenza e sui processi di selezione naturale che essa è capace di scatenare, sostenendo fermamente la teoria che vedeva l’ambiente naturale al centro di ogni processo di evoluzione della specie.

‘Gli individui più deboli, ovvero quelli meno predisposti ad adattarsi all’ambiente naturale che li ospita, vengono eliminati per mezzo di una selezione naturale, e saranno i più forti a sopravvivere ed a trasmettere i loro geni conservando i caratteri della specie’. Era questo il suo pensiero fisso ma, considerando l’epoca, va anche detto che Darwin dovette fare molta attenzione a non essere condannato per blasfemia, visto che le sue teorie sull’origine dell’umanità suonavano così antitetiche a ciò che invece predicava la religione cristiana.

Chi era Charles Darwin

Darwin nacque a Shrewsbury (Londra) il 12 Febbraio 1809 in una famiglia di persone molto colte ed altolocate; suo padre Robert era medico, mentre suo nonno Erasmo Darwin fu un celebre naturalista e filosofo; aveva degli hobbies molto particolari, primo tra tutti il collezionismo di insetti e uova di uccelli, e da subito si mostrò molto più appassionato delle materie scientifiche che di quelle classiche. Nel 1825, sedicenne, fu iscritto dal padre all’Università di Edimburgo, ma ottenne scarsi risultati; ci riprovò poi tre anni dopo al Christ’s College di Cambridge, dove finalmente ottenne una laurea di primo livello.

Nel 1839 fu nominato membro della Royal Society per il suo grande apporto alla ricerca scientifica, e nello stesso anno sposò la scenziata e naturalista inglese Emma Wedgwood, con la quale mise al mondo ben 10 figli, tre dei quali purtroppo morti in tenera età. Visse con la famiglia in un primo momento a Londra, per poi trasferirsi nelle tranquille campagne del Kent. Charles Darwin morì a Londra il 19 Aprile 1882 dopo averci lasciato in eredità un patrimonio di informazioni di immenso valore.

5 anni in giro per il mondo a bordo dell’Hms Beagle

Uno dei fondatori di questo collegio, il botanico inglese John Stevens Henslow, lo fece appassionare così tanto alle scienze naturali che il giovane Charles abbandonò tutto quello che stava facendo per salire insieme a lui a bordo dell’imbarcazione Hms Beagle in qualità di ‘apprendista naturalista non pagato’; fu così che Darwin dal 1831 al 1836 trascorse cinque anni in giro per il mondo alla scoperta di nuove specie animali e vegetali, un’esperienza non solo utilissima ed appassionante, ma soprattutto vera scintilla che accese in lui le straordinarie doti di osservazione ed analisi che lo hanno poi portato allo sviluppo delle sue teorie passate alla storia.

Fu enorme anche il suo lavoro di classificazione degli elementi che man mano raccoglieva, ed è grazie a questo lavoro che svolse che noi posteri abbiamo avuto la possibilità di disporre di dati ed informazioni scientifiche preziosissime su molte specie viventi sia animali che vegetali; esplorò Capo Verde, le isole Malvine (forse più conosciute come Falkland), l’Australia ed una parte delle coste sudamericane, per poi fare ritorno sulla terraferma con un enorme bagaglio di informazioni e campioni di specie viventi raccolti in giro per il mondo.

La pubblicazione dell’opera massima di Charles Darwin

Le teorie darwiniane cambiarono di fatto negli uomini il modo di vedere il mondo circostante, nessuno aveva mai neppure lontanamente ipotizzato che la specie umana potesse discendere da quella animale, e fu per questo che Darwin si procurò l’inimicizia del mondo ecclesiastico. L’Origine della Specie fu pubblicata per la prima volta nel Novembre del 1859, ed in essa Darwin spiegava le sue teorie sull’evoluzione, forte di tutti i campioni e le relative informazioni biologiche che aveva raccolto nei 5 anni passati in giro per il mondo a bordo del Hms Beagle.

Fu subito un successone, a tal punto che appena un anno dopo l’opera era già in riedizione; bisognerà invece attendere circa 5 anni per avere la prima traduzione in italiano de L’Origine della Specie, che risale al 1864 e fu curata da Giovanni Canestrini, eminente biologo e naturalista italiano, con la collaborazione dell’accademico e politico Leonardo Salimbeni. Erano 2 i punti fondamentali attorno ai quali si sviluppava la sua teoria sull’origine, e cioè: che tutte le specie posseggono doti di fertilità e possono produrre discendenti a loro volta capaci di crescere e generarne degli altri, e che le risorse di cibo sono limitate e perciò generano obbligatoriamente una lotta per la sopravvivenza, che a sua volta provoca una selezione naturale.